LE SCUOLE E LA GIORNATA DELLA MEMORIA. Il sito nasce in seno al'evento a carattere nazionale "Olocausto: un incomprensibile sterminio". Il progetto "L'albero della memoria" qui presentato è rivolto alle scuole italiane che possono inviare alla mail geniuslocimatera@libero.it materiale da condividere con altri studenti. "Se c'è qualcosa che può sostituire l'amore è la memoria" Josif Brodskij


martedì 22 gennaio 2008

La partita a Scacchi

La proposta di Imma Guarasci per il 27 gennaio 2008

27 Gennaio 2008 ore 19:00 Palazzo San Bernardino Rossano
Associazione Culturale e teatrale Maschera e Volto in collaborazione con l'Istituto Calabrese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea e Fondazione Museo della Memoria Ferramonti di Tarsia e con il patrocinio del Comune di Rossano presentano:

La Partita di scacchi

Performance di corpi, voci e suoni
Manifestazione inserita nella programmazione a carattere generale dal titolo:
Un incomprensibile sterminio



A cura dell’Associazione culturale e teatrale Maschera e Volto –
Rossano
Via Villaggio Santa Chiara, 1-
87067 Rossano (CS)
tel e/o fax 0983521164
sito web: www.mascheraevolto.it
e- mail: maschera.volto@libero.it
Info e contatti: Imma Guarasci (Presidente e legale rappresentante)
cell. 3929074140; 3385654242




Il Museo è stato inaugurato il 25 Aprile 2004 ed è gestito dalla " Fondazione Museo della Memoria Ferramonti di Tarsia ", di nuova costituzione.

Storia del Campo di concentramento Ferramenti.
Il Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, a differenza degli altri Campi di Concentramento italiani, fu costruito ad hoc nel maggio 1940.
Nell'aspetto esteriore ricordava chiaramente un lager nazista, fatto com'era da lunghi capannoni e posto nell'immediata vicinanza della linea ferroviaria Sibari-Cosenza. È stato il più grande ed importante Campo di Concentramento fascista Italiano, con una presenza media di oltre 2000 persone ed una punta massima, raggiunta nell'estate 1943, di 2.700 persone.
Era costituito da 92 baracche su un territorio di circa mq. 160.000 circondato da un recinto di filo spinato, sorvegliato dall'esterno lungo il suo perimetro dalla Milizia Fascista (gente del luogo e dei paesi vicini), mentre all'interno era sorvegliato da un Commissariato di Pubblica Sicurezza alle cui dipendenze vi erano un gruppo di agenti ed un Maresciallo. Il Campo sorgeva nella Valle del Fiume Crati, a circa 6 Km dal paese di TARSIA, in una zona malsana, malarica e paludosa, dove erano in corso lavori di bonifica. Durante il periodo di prigionia molti internati si ammalarono e morirono di malaria. Esso entrò ufficialmente in funzione il 20 Giugno 1940.
Gestiti dagli stessi internati funzionarono una scuola, un asilo, un ambulatorio medico e, inoltre, si svilupparono varie attività artistiche, culturali e religiose, sia ebraiche che cristiane.
Tra gli internati del Campo vi erano decine di medici, tre rabbini, illustri pittori e musicisti, numerosissimi insegnanti e studenti universitari. Ognuno cercava di svolgere varie attività. La scuola del campo, fondata nell'autunno del 1940 da ERICH WITTENBERG (profugo dalla Cecoslovacchia, che fu il primo direttore) si arricchì di nuovi corsi e fu affiancata da un asilo per i più piccoli. All'interno del Campo vennero aperte anche 3 Sinagoghe.Il 22 Maggio 1941, il Campo di Ferramonti, veniva visitato dal Nunzio Apostolico presso il governo italiano, Monsignor Francesco BORGONCINI-DUCA. Visitò più volte il Campo di Ferramonti il Rabbino Capo di Genova dottor Riccardo PACIFICI, il quale celebrò solenni cerimonie nel Campo.
Frequenti le manifestazioni artistiche e dibattiti culturali a Ferramonti: la vita culturale fu particolarmente intensa se non altro perché al suo interno si trovarono riuniti molti artisti di talento, vennero organizzati spettacoli teatrali, mostre di arte, corsi per adulti, conferenze. La vita musicale era curata dal Maestro LAV MIRSKI, che prima della guerra era stato direttore d'orchestra all'Opera di OSIJEK (Jugoslavia). Anche lo sport ebbe grande impulso e in esso primeggiò il calcio, molto seguiti erano i tornei di scacchi . Il 25 luglio 1943, un telegramma del Sottosegretario di Stato, diretto al Capo della Polizia chiedeva il trasferimento degli internati di Ferramonti di Tarsia nella Provincia di Bolzano ad un tiro di schioppo dalla fortezza tedesca. Ma quel giorno la storia avrebbe riservato altri avvenimenti: MUSSOLINI venne deposto e gli internati, temporaneamente, furono salvi. Successivamente all'abbandono completo, da parte degli internati, le baracche che erano ben tenute non vennero in alcun modo vigilate e così iniziarono veri e propri saccheggi che vennero completati alla fine degli anni ‘60 dai lavori autostradali (A3 SA/RC) che ha diviso e sventrato in due tronconi le baracche esistenti.
Oggi poco è rimasto: le uniche baracche sono quelle che, durante il funzionamento del Campo, erano state utilizzate dalla Direzione e dagli uffici dell'Amministrazione del Campo, grazie alla cura dei coniugi PETRONI, dipendenti della Ditta PARRINI, che vi dimorarono fino alla loro morte (primi anni '90). Del Campo di Concentramento nessuno parlò fino alla metà degli anni ‘70. Il Prof. Franco FOLINO, professore di lettere della vicina Roggiano Gravina, alla luce dei racconti di cittadini che hanno vissuto personalmente quegli anni, ha voluto approfondire questi racconti regalando così il suo primo libro su Ferramonti. Ma solo alla fine degli anni 80, le istituzioni cominciarono a rendersi veramente conto ed a conoscere di nuovo Ferramonti ex Campo di Concentramento.Così negli anni ‘90 l'Amministrazione Comunale di Tarsia, ha iniziato a mettere in atto iniziative concrete tese a valorizzare il " patrimonio "Ferramonti, così si è resa protagonista di atti formali, quale appunto far sottoporre, in data 30/08/1999, l'area a vincolo da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e procedendo alla recinzione di tutto il terreno. Avendo registrato grande interesse, soprattutto da parte delle scuole, e vista la poca sensibilità da parte delle istituzioni sovra-comunali, L'Amministrazione Comunale di Tarsia, in collaborazione con il Comitato PRO-FERRAMONTI, oggi Fondazione " Museo della Memoria Ferramonti di Tarsia ", ha voluto dare un segnale forte realizzando all'interno di una baracca, il Museo della Memoria, che, ripercorre, con documenti e fotografie, gli anni in cui il Campo di Ferramonti è rimasto attivo. Il tutto è stato interamente realizzato con finanziamenti Comunali.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Scrivo a nome del gruppo di docenti della Scuola Media “F. Rondinelli” di Scanzano J.co (MT), che in data 27 Gennaio 2009, ha partecipato alla manifestazione “Giornata della memoria”, presso il campo di Concentramento di Tarsia. Credo che, nonostante gli sforzi, non siano riusciti a trovare titolo più adatto alla cronistoria di quest’incontro. Esso, resterà impresso per sempre nella nostra memoria, infatti, sono convinta che niente potrà farci dimenticare i disagi a cui siamo andati incontro. Tutto ciò è avvenuto nonostante la nostra visita fosse già nota e programmata con gli organizzatori nei minimi particolari fin dagli inizi del mese di Settembre. Costoro, trascurando le più elementari regole della buona educazione e dell’ospitalità, ci hanno completamente ignorati, tenendoci fuori da ogni momento della manifestazione, senza offrirci neppure un piccolo e precario riparo dal diluvio.
Il Sindaco, poi, ha rincarato la dose, affermando che avremmo dovuto visitare il campo in altra data! E la “Giornata della memoria”? Va a farsi benedire, naturalmente! Come se non bastasse al danno si è aggiunta la beffa; infatti, una delle organizzatrici locali, alquanto risentita, ha telefonato alla nostra scuola rimproverandoci di non averla ringraziata. Di che? Di averci proibito l’ingresso in quella specie di capanna di plastica? Di non aver potuto prendere parte alla consegna delle medaglie ai familiari dei sopravvissuti? Insomma, finiamola e cerchiamo di essere seri, almeno quanto il momento richiedeva.



Con forte rammarico

Gli Insegnanti